GLI AFORISMI DI SAURO TRONCONI
L’aforisma dovrebbe essere una breve massima. Consiste nel far comprendere in poche parole eventi complessi, oppure nel generare riflessione. Vi sono due tipi di aforismi: quelli che esprimono una verità e quelli che portano il lettore a cercare la propria verità.
Gli aforismi del secondo tipo, a cui questi appartengono, aprono all’intuizione immediata e spesso lavorano sommessamente in maniera ironica o provocatoria, per condurci ad ulteriori comprensioni.
Questi aforismi di Sauro Tronconi sono tratti da ciò che è stato pubblicato sulle sue pagine social; alcuni di essi sono stati pensati per la rete, altri sono stati presi da scritti o da seminari.
Molte opere d’arte, molte parole emozionanti e significative sono state fatte e dette da uomini e donne definiti “psichicamente disturbati”, mentre molte delle follie che hanno condotto l’umanità verso guerre ed immani atrocità sono state costruite da uomini “razionali” e tutti d’un pezzo. Forse sarebbe il caso di fare una riflessione…
A tutti coloro che vogliono intraprendere un viaggio alla ricerca di se stessi ho solo un unico e grande consiglio da dare: “Iniziate a “vedervi” nello specchio. Quando avrete compreso che non è necessario andare molto distanti da sé per farlo, allora il viaggio sarà davvero iniziato.”
Nessuno può trarre da un uomo ciò che dentro quest’uomo non c’è. L’importante è imparare a vedere le persone per ciò che sono, in modo che possano dare il meglio di quel che hanno, non quello che noi vorremmo.
Chi odia profondamente, ama profondamente. Colui che tiepidamente controlla la propria vita, la attraversa come un ombra scarna.
“Se pensi che l’amore sia sempre oltre la siepe, ti consiglio di lasciarlo lì”
Non vogliamo persone tranquille e pacificate, vogliamo persone vere! Piene di difetti e agitate, con la voglia di andare oltre i limiti e di esplorare con forza il proprio mondo interiore ed esteriore. Non ci interessa vivere freneticamente, in agitazioni indotte da paure collettive e nella nebbia dell’inconsapevolezza, vogliamo essere persone vive per ciò che sentiamo dentro! E se c’è da avere paura non faremo finta di non averla; e se ci sarà da agire lo faremo in relazione a ciò che siamo non a ciò che glia altri vogliono da noi.
Se il silenzio che cerchi è semplicemente l’assenza di ogni rumore, non hai compreso che la vita non può mai spegnere la sua musica.
Meglio la confusione di parecchie idee che il fanatismo di una ideologia.
Il tempo non ti appartiene,
non essere arrogante,
non gettare ogni parte del mondo nel vortice del tuo egocentrismo.
Il mondo non ti appartiene,
gli altri non sono tuoi,
la terra non ti appartiene,
l’acqua non ti appartiene,
l’aria non ti appartiene,
il sole e tutto il creato non ti appartengono.
Perché dunque ti sforzi stupidamente a conquistare tutto questo?
Mentre non fai nessuno sforzo per ottenere l’unica cosa possibile:
appartenere a te stesso.
La vita è un crogiuolo ove tutto pare mischiarsi casualmente, ogni evento, ogni scelta, ogni incontro vi finisce dentro. Tutto si mischia nella storia della nostra vita, si cuoce a formare la nostra essenza, in modo tale da divenire parte inseparabile di ciò che siamo. Ciò che possiamo fare non è separare ciò che è già mischiato assieme, poiché per farlo dovremmo gettare via noi stessi, possiamo però imparare ad assaggiarne il sapore, possiamo imparare ad aggiungere ciò che diviene importante al palato della consapevolezza.
Vivere il nuovo, non è rinnovare costantemente ciò che si fa, bensì rinnovare se stessi mentre lo si fa.
L’ego e la personalità frontale generano la maggior parte degli attriti, per cercare di adeguare costantemente la realtà con l’immagine che ci siamo fatti di noi stessi. Se lasciamo che questo processo vada in automatico, anzi lo alimentiamo ad ogni piè sospinto, la nostra vita diventa facilmente un inferno, una lotta faticosa che non genera vantaggi.
Non è sbagliato avere un’immagine di se stessi, è anzi salutare, a patto che sia prodotta da una reale osservazione e si inverta il processo automatico, che genera l’immagine di sé dall’illusione di ciò che vorremmo essere.
(tratto da “Bramosia”)
L’uomo è spaventato da ciò che non comprende, da ciò che si nasconde dietro il velo non-conosciuto. Squarciare il velo: quella è l’unica possibilità che abbiamo per andare oltre ciò che appare.
Ognuno vive come può questa vita, non c’è nulla di male nel cercare di essere felici, di essere soddisfatti, tranquilli e sicuri, non c’è nulla di male nel non volere sofferenza, nel non sentirsi oppressi dagli altri, nel cercare la propria libertà. Ma, diventa un problema se per fare questo hai bisogno di convincerti di essere ciò che non sei, se hai bisogno di convincere gli altri di ciò che non sei, se metti la tua paura davanti a ciò che sai giusto, se non consideri la sofferenza altrui…
Che dire… ognuno vive come può questa vita …
Vivere alla giornata leggendo l’oroscopo e come giocare a freccette con un cieco e perdere.
L’illuso vende sempre a se stesso l’opinione che gli altri hanno di lui.
Quando lo stolto si crede intelligente egli ti spiega il mondo con i suoi ragionamenti, quando il saggio sente di sapere egli lascia cadere la ragione per ascoltare il vento tra le foglie.
Non sognare ciò che vuoi domani senza vivere ciò che puoi vivere nel tuo presente di oggi, altrimenti il passato sarà sempre ciò che penserai di essere.
Si vuole da qualcun altro ciò che non siamo in grado di ottenere da soli per noi stessi, ma in questo modo non lo otterremo mai.
Il tempo passa più volte dallo stesso pensiero, poi diventa illusione e scompare…
La natura dell’Essere Umano è fatta anche di confusione e incertezza, titubanza e paura. Il vero coraggio sta nel prenderne atto e vivere la vita per quello che davvero siamo. Ma molti sono quelli che, in nome di una stupida idea di perfezione, passano la loro vita cercando di cambiare ciò che sono adeguandolo all’idea di ciò che vorrebbero essere. Così facendo minano alla radice quello che, attraverso l’imperfezione, sorge come peculiarità, creatività e meraviglia.
Etico non è l’adeguare le proprie ragioni all’opportunità del momento
Etico non è essere per se e non poter essere per gli altri
Etico non è giudicare negli altri un comportamento che non si sa adeguare a se stessi
Etico non è dimenticare ciò che è giusto per ciò che funziona
Etico non è dichiarare la guerra per evitare la guerra
Etico non è sacrificare i pochi per il bene di tutti
Etico non è vivere come se l’unico mondo fosse il tuo mondo
“Facciamo del nostro vivere un opera d’arte!” Il problema però rimane a colui che si crede Michelangelo, ogni sua opera sarà sempre sotto le sue aspettative.
Guardati in faccia: se tu ti vedi, gli altri ti vedono; se tu non ti vedi gli altri non ti vedono. È un equazione molto semplice, un algoritmo base, da sperimentare.
Se cominci ad avere più presenza, a riconoscerti ed amarti per quello che sei, gli altri ti vedranno; se tu sei il vuoto, sei un fantasma che cerca di imitare ciò che non sei, gli altri vedranno il vuoto o non ti vedranno affatto.
E quelli che ti vedranno, ti useranno come contenitore da riempire con le loro aspettative, i loro bisogni. E tu farai lo stesso con loro.
Molti corrono incessantemente come spinti da un vento che non possono controllare, come gettati nelle rapide di un fiume, e spesso si lamentano della loro vita frenetica..non ho tempo… non riesco… devo rimandare… poiché la vita incessantemente gli si para davanti con le sue necessità impellenti.
Prova a pensare che non devi fermare la vita per fermarti, che semplicemente devi cambiare quel flusso di attenzione che incessantemente si incolla su ogni evento del vivere gettandoti sempre all’esterno. Prova a portare un poco di quell’energia nel sentire te stesso e scoprirai che è possibile avere tempo.
Essere in relazione ad un’altra persona è differente dall’avere una relazione. Sei hai una relazione ti poni in una azione di commercio, ciò presuppone che hai conquistato o acquistato qualcuno, ma se sei in relazione ti poni nel condividere e nella fiducia. Per essere in relazione con qualcuno è necessario aprirsi, non solo all’altra persona, bensì nel rivolgere lo sguardo verso te stesso senza paura.
La verità non esiste tutti ci confortano nel dire ciò, così possiamo indugiare sul fallimento delle nostre azioni, così possiamo continuare a chiedere consiglio ad altri per poi dire che non è vero ciò che ci viene detto e così non avere responsabilità nel proprio agire. Ma forse la verità non è qualcosa di statico ma il continuare a porci domande, nell’imparare a darci ascolto, nell’avere fiducia in ciò che sentiamo.
L’abitudine serve a riempire i vuoti. Pare che molti confidino nella ripetizione, poiché la novità va bene solo se confinata nella prevedibilità, tutto ciò che è imprevedibile diviene un problema. Così facendo il vivere da meravigliosa scoperta diviene consuetudine preoccupata.
La tecnologia non è un problema, la scienza non è un problema, la conoscenza non è un problema, ma ogni cosa diviene problematica se manca colui che ha dubbi in relazione ad essa.
Dovremmo smettere di parlare di grandi numeri in relazione agli uomini e alle donne, poiché il solo numero che ha valore davvero è ciò che sente anche un solo individuo.
Arrendersi è meraviglioso, poiché dentro il nostro cuore entra il mondo ed esce la paura.
Essere ciò che sei credendo di essere un altro è la condanna dell’imbecille!
Con il denaro non si compra tutto. Ma in una cultura ove vince l’apparenza, ove vince la modalità automatica che ci indica l’inutilità della sostanza e il valore della superficialità, allora tutto si rovescia. In questa società ciò che risulta nei fatti, è che il denaro compra la bellezza, compra l’intelligenza, compra la giustizia.
Puoi dare solo ciò che hai. E’ quindi necessario imparare al più presto a non mentire a se stessi, altrimenti darai al primo che incontri, appunto a te stesso, illusioni e menzogne. Così quando incontrerai altri condividerai ciò che credi di essere e ciò che credi di avere, il risultato di tali rapporti lo lascio alla tua comprensione.
“Mise in mano al pover uomo una moneta di rame e quando gli lesse negli occhi riconoscenza si vergognò del suo gesto”
Folle colui che rimugina sul passato poiché non solo non è più e non si può valutare con il senno del poi, ma svilisce così anche il presente rovesciando astio e illusioni su ciò che è. Questo folle, non solo non comprenderà il proprio passato, ma avvelenerà il proprio presente per tornare a fare gli stessi errori nel futuro.
Il corpo per sentire non deve essere per forza sano, bello, adeguato, giovane. Deve innanzitutto essere vivo. Il sentire passa dalla vita del corpo, poi diviene pensiero o interpretazione. Dunque il corpo sente, nel bene e nel male è il vero contatto con la realtà. Quando invece sentiamo di testa anteponendo l’interpretazione alla realtà corriamo il serio pericolo di allontanarci dal presente.
“Avere intelligenza e autonomia non significa necessariamente essere originali, bensì vedere molte cose e saperle unire assieme, saper modificare il proprio modo di vedere le cose in relazione al reale.”
Folle è colui che pensa di vedere ciò che non c’è e se ne convince. Sano è colui che convince gli altri a vedere ciò che non c’è.
No ho sbagliato!
Folle è colui che fa vedere agli altri ciò che non c’è e sano è colui che si convince di ciò che vede.
No… forse folle è colui che è certo di ciò che vede e sano è colui che dubita della realtà!
E se il folle e il sano fossero un’unica persona?
Usa il tuo ego come uno specchio convesso, portando la tua immagine in te stesso. Ne ricaverai la forza per vederti come sei!
Non sarai sveglio solo perché pensi di capire cosa significa non essere addormentato, lo sarai quando comincerai ad osservare la differenza tra il sogno e la veglia nelle azioni reali della tua esistenza. Lo sarai quando la tua mente non passerà incessantemente dal passato al futuro, ma saprai fermarti e percepire il presente. Allora comincerai a “vedere”!
La giustizia appartiene a colui che prima di tutto è in grado di vedere se stesso. Altrimenti è come giudicare qualcuno sulla base di dicerie.
Se per parlare con i più devo usare un linguaggio che molti capiscono ma che non dice niente che abbia un senso, preferisco tacere. Ed un buon tacere è spesso meglio di molto inutile parlare.
Le illusioni sono l’oppio gratuito e non perseguibile per legge, ma danno un assuefazione peggiore di qualsiasi droga e crisi di astinenza terrificanti. Non esistono comunità di recupero, anzi chi soffre di dipendenza da illusione è definito un buon cittadino, perché è manipolabile, alza i consumi e fa girare l’economia.
Si narrava, prima di Agostino, che la speranza fosse una delle disgrazie contenute dentro il vasi di Pandora e che quando fu aperto tutte si riversassero sull’umanità, tranne la speranza che rimase sul fondo perché era la più pesante. Ci vollero molti scossoni e qualche teologo solerte per farla uscire dal vaso in modo che si spargesse nel mondo.
Molti individui passano gran parte del loro tempo a lamentarsi. Quando però sono occupati non si lamentano, il che vuol dire che essi devono riempire ogni attimo del loro tempo per non avere tempo di lamentarsi!
La felicità coglie alle spalle colui che non l’aspetta, è uno spavento fugace poiché appena viene di fronte a noi e cerchiamo di fermarla è già lontana.
Il cambiamento è possibile solo nella pratica; le belle teorie, i grandi discorsi servono a passare idee e a fare riflessioni, ma poi deve di conseguenza esserci la pratica. Così nell’evoluzione personale, lasciate cadere al più presto le chiacchiere e passate alla pratica, per poco che farete sarà sempre un passo reale.
Non ci sarà mai nessuna libertà se sarai schiavo dei tuoi pregiudizi e dell’idea che devi per forza migliorare e crescere. Diventerai il padrone peggiore per te stesso, non avrai scampo, non ci sarà luogo ove nasconderti.
L’ipocrisia è la malattia più perniciosa degli esseri umani, appena si contrae diventa subito cronica…
Continuare a dividere il tempo della propria vita in differenti moduli come: il lavoro. Il tempo libero, il tempo dedicato a se stessi, i passatempi, il tempo per i figli ecc è una follia. Considera che il tempo in cui vivi è sempre uno solo, cambiano le situazioni, le modalità, ma il tempo in cui vivi è sempre e solo uno. E’ molto importante esser coscienti di questo perché altrimenti, pian piano, senza accorgertene vivrai solo alcuni momenti e lascerai passare altri che consideri meno importanti. La tua vita così, sarà veramente molto breve.
L’inferno è ripetizione, è il continuo ripetere le stesse dinamiche. Nell’inferno di Dante perlomeno i dannati sapevano il motivo del supplizio, mentre nell’inferno dell’automatismo tutto si ripete come se ogni volta fosse
la prima. L’inferno vero è dunque la continua ripetizione senza averne memoria.
Fare l’amore mettendo al posto dei genitali la testa è estremamente scomodo.
L’uomo pensa a se stesso in relazione a ciò che gli manca. Quando comincia a pensare a se stesso in relazione a ciò che ha, è una donna.
Il presente è sempre ovunque nello stesso istante. Il presente è l’attimo permanente, talmente presente che non passa, non si muove è totale assenza di ogni cosa, è lo schermo su cui si proietta il movimento dell’esistere.
L’intelligenza della mente procede per esclusione, per capire qualcosa la deve estrarre, isolare dal contesto e se possibile dividere in pezzi più piccoli, essa quindi procede per esclusione. L’intelligenza cosciente è invece quell’impasto tra la percezione di sé e ciò che ci circonda e procede per inclusione, per capire qualcosa la deve comprendere, unire al contesto, unire alla percezione di sé; entrambe le intelligenze sono necessarie, si devono completare l’un l’altra: i guai cominciano ad accadere quando una esclude e annulla l’altra.
La coscienza di sé è la cosa più sopravvalutata dell’esperienza umana, poiché non si può esistere senza coscienza di sé. E’ partendo da quell’esperienza che già tutti noi abbiamo che si sviluppa la capacità di vedere se stessi.
Come si fa a vedere se stessi? Facile, si prende uno specchio e si guarda, se si guarda con attenzione si crea subito un certo distacco tra colui che è da una parte e colui che è dall’altra, è ovvio che stiamo guardando un riflesso, ma non si chiede di ragionare, bensì di vedere, di lasciare che quell’immagine sia là davanti a se stessi.Alcuni percepiranno un certo distacco, altri non riusciranno nemmeno a capire quello che ho scritto, la verità è che non è necessario un grande ragionamento per vedere se stessi, non è necessaria una dissertazione filosofica o un nuovo sogno ad occhi aperti, si tratta semplicemente di vedere e questo per molti è troppo poco; ma il vedere richiede semplicità e chiarezza, silenzio e presenza e quindi mettiti davanti allo specchio e guardati… Miracolo, hai trovato te stesso!
Vuoi fare delle domande?
Oppure preferisci avere delle risposte?
Perché se vuoi fare delle domande
Allora non riceverai risposta,
e se vuoi avere delle risposte,
allora non ha senso fare domande
perché la comprensione è in quella consapevolezza
ove le domande non sono ancora sorte,
oppure son state sradicate e gettate via.
L’apparire non è l’essere. Si deve prestare molta attenzione a questo, puoi giocare quanto vuoi con la tua immagine, ma non devi mai confonderla con ciò che senti di te stesso, con ciò che vedi davvero di te stesso. Se si fa confusione, se si lascia libertà al meccanismo dell’identificazione con l’immagine si corre il rischio di rimanere intrappolati nelle continue ripetizioni dei riflessi sino a perdere il contatto con se stessi. E se così ci sorprenderà il grande cambiamento della morte avremo buone possibilità di essere perduti, di non ritrovare più la strada.
Vi sono donne e uomini che per dimostrare al mondo che esistono e che hanno subito soprusi usano la violenza su altri, per lo più ignari ed innocenti. Non ci sono giustificazioni ne motivi per agire così, poiché la storia ha dimostrato che questo è il modo migliore per perpetuare all’infinito soprusi e violenze. Dobbiamo comprendere che il circolo della violenza va sempre spezzato.
I più non hanno la minima intenzione di uscire dal loro stato di torpore perché inconsciamente già sanno che avrebbero paura, che avrebbero ansia e agitazione, che non potrebbero continuare a fare le cose senza pensare e senza esistere…
Dammi retta, non svegliarti, continua il tuo sonno ipnotico così non vedrai ciò che accade e così non dovrai assumerti nessuna responsabilità. No, no, non turbarti parlo così a vanvera senza sapere ciò che dico, rimani tranquillo nessuna responsabilità verso te stesso; si, so che credi che sia tutto il soddisfare i tuoi bisogni e i tuoi desideri, è giusto, stai sereno… dormi tranquillo, va tutto bene.
Si diviene davvero intelligenti quando si è talmente
stufi di ragionare che si lasciano accadere le cose.