“L’uso della coscienza di sé crea un canale di comunicazione tra noi e ciò che interagisce con noi, trasformando quella parola che è stata contaminata ed ha acquistato un’accezione negativa: ‘fede’. Avere fede non è essere fideisti, cioè accettare ad occhi chiusi un dogma o un’idea. Avere fede inizia con l’avere una ‘forte fiducia in ciò che si percepisce di sé stessi’, il che conduce a un’immersione profonda nella realtà e nei suoi effetti materiali su di noi. Come dice il proverbio, chi semina vento raccoglie tempesta. E non basterà che qualcuno ti spieghi che è sbagliato o ti faccia l’elenco delle cause che ti portano a quelle emozioni negative, anzi è ancora richiamarle e rafforzarle. La psicologia antica si basava su un principio semplice e oggettivo: prima pulisci gli occhiali della tua visione dalla polvere dei sogni e dell’illusione, poi osserva, diventa testimone, senza essere assorbito da ciò che vedi. Questa osservazione cosciente crea la condizione giusta per depotenziare i loop negativi, pian piano senza che tu debba modificare i comportamenti comincerai a comprendere profondamente e allora i comportamenti si modificheranno in modo spontaneo innescando un processo virtuoso. Imparando questo primo passaggio, comprendiamo presto che lo stesso principio si applica anche a ciò che desideriamo nella vita e a ciò che riteniamo necessario per la nostra felicità. Cominciando ad essere più presenti a noi stessi, molte illusioni perderanno coerenza e molti desideri basati su falsi bisogni si dissolveranno, come neve al sole. Tutte quelle energie che alimentavano la nostra divisione interiore cominceranno a confluire nella relazione che abbiamo con l’universo e la sua incessante azione ed ecco quindi il vero significato di ‘Fede’: cominceremo ad avere fiducia nel nostro esistere e nella nostra volontà perché inizieremo a vedere i risultati concreti di tutto questo nella nostra esistenza.”
Sauro Tronconi