I PROFETI DI SVENTURA E LA NECESSITÀ DI UNO SGUARDO LUCIDO

Viviamo in un’epoca in cui il richiamo all’apocalisse sembra risuonare con inquietante frequenza. Alcuni individui, i “profeti di sventura”, evocano costantemente la fine imminente, come se solo attraverso una catastrofe globale si potessero purificare i peccati dell’umanità. Queste figure osservano i notiziari non solo con terrore, ma anche con una sorta di speranza malcelata, desiderosi che la realtà confermi le loro oscure premonizioni.
Ma cosa spinge questi profeti a desiderare inconsciamente la distruzione? Spesso, è il riflesso di un conflitto interiore irrisolto, una proiezione delle proprie paure e insoddisfazioni sul mondo esterno. La prospettiva di un “olocausto finale” diventa così un palcoscenico su cui poter affrontare, o forse eludere, i propri fallimenti personali. In questo contesto, il pericolo non risiede solo nelle loro parole, ma nella possibilità che tali visioni pessimistiche alimentino un clima di rassegnazione e immobilismo.
È fondamentale, quindi, prestare attenzione a queste narrazioni apocalittiche. Non per ignorare le sfide reali che affrontiamo, ma per evitare che il pessimismo paralizzante dei profeti di sventura ostacoli la ricerca di soluzioni efficaci. C’è una sostanziale differenza tra chi si limita a predire il disastro e chi, invece, sceglie di osservare la realtà con sguardo critico e senza illusioni romantiche.
Essere spietati nell’analisi del presente non equivale a diffondere disperazione. Al contrario, è un atto di coraggio e responsabilità. Significa riconoscere le complessità e le contraddizioni del nostro tempo per poter generare idee innovative e percorsi alternativi. Solo attraverso una comprensione lucida e approfondita possiamo sperare di trasformare le difficoltà in opportunità di crescita e progresso.
In ultima analisi, la sfida che ci attende non è quella di attendere passivamente un destino ineluttabile, ma di impegnarci attivamente nella costruzione di un futuro diverso. Un futuro che non neghi le ombre del presente, ma che sappia illuminarle con la luce della consapevolezza e dell’azione concreta. È questo il compito di uomini e donne che, lungi dall’essere profeti di sventura, aspirano a essere artefici di un cambiamento positivo.
Sauro Tronconi

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