Manovrare il tempo significa comprendere la danza incessante tra Kronos, Kairos e Thanatos. Kronos, il tempo che scorre inarrestabile, ci lega alla sequenza lineare della vita, a quella successione di attimi che ci conduce inevitabilmente verso la fine. Ma Kairos, il tempo dell’opportunità, interviene come un’irruzione: un lampo che spezza la monotonia di Kronos e ci permette di agire, di scegliere, di imprimere significato a un momento.
E poi c’è Thanatos, la morte, che non è altro che una sospensione, un’interruzione nel flusso. Non un annullamento, ma un tempo immobile, simile al sonno di Hypnos, il suo gemello. Hypnos ci toglie coscienza ma ci restituisce al mondo, mentre Thanatos ci priva del corpo ma non cancella l’essere. Tra il tempo che scorre e l’opportunità che esplode, la morte si ridisegna: non una fine definitiva, ma una pausa, un’ombra che si allunga sul senso del tempo e ci costringe a misurarlo.
In questa trama, la morte non è altro che un tempo sospeso, un Kairos inespresso. E noi, imparando a cogliere l’opportunità nell’attimo, possiamo manovrare la nostra relazione con essa, trasformandola da punto di arrivo a parte del ciclo, come una notte necessaria prima del nuovo giorno.
Sauro Tronconi