Ah, il conformismo, quel morbido cuscino di piume che culla l’umanità nel suo sonno perpetuo di monotonia! Come un branco di pecorelle lanose, ci stringiamo insieme nel recinto di sicurezza, balbettando il solito “beee” in coro, felici di essere tutti uguali, di pensare tutti allo stesso modo.
Ma poi, ahimè! Ci guardiamo allo specchio e non vediamo più il nostro riflesso. C’è soltanto una copia sbiadita dell’ultimo modello di persona prodotto dalla catena di montaggio sociale. Se potessimo stappare le nostre teste e dare un’occhiata dentro, scopriremmo con orrore che il nostro cervello è diventato un eco di pensieri altrui, una riproduzione in miniatura del Grande Libro delle Opinioni Generalmente Accettate.
E cosa guadagniamo da tutto questo? Un’autostima che è tanto autentica quanto un Rolex comprato su un mercato delle pulci. Oh, quanto ci sentiamo bene con noi stessi, quanto siamo fieri di essere così bravi a rimanere dentro le righe!
Ma forse, se smettessimo di cantare in coro per un attimo e ascoltassimo la nostra voce, scopriremmo che possiamo creare la nostra melodia. Forse, se avessimo il coraggio di sfidare il conformismo, potremmo diventare qualcosa di più di un eco. Potremmo diventare noi stessi. Immagina un po’! Quale rivoluzionario concetto! Che avventura sarebbe vivere la nostra vita, non quella prestampata che ci viene servita su un piatto d’argento.
Sauro Tronconi