DAL DIRE AL FARE

L’epoca contemporanea sembra soffrire di un distacco crescente tra teoria e pratica, un fenomeno che appare come una degenerazione del pensiero filosofico e della ricerca di verità delle antiche scuole. La superficialità e la fretta sono diventate caratteristiche dominanti, rendendo difficoltosa una comprensione profonda e autentica della realtà. La teoria, un tempo pilastro del sapere e della guida all’azione, si è ridotta a un riflesso confuso e spesso frainteso, separato dall’esperienza concreta della vita quotidiana.

La teoria non dovrebbe mai essere vista come un’entità isolata; essa è intrinsecamente legata alla pratica. La vera teoria emerge dalla pratica della presenza e della memoria, mentre la pratica è permeata da un sapere che guida e orienta l’azione nel mondo. Tuttavia, l’attuale tendenza a restare in superficie impedisce questa integrazione profonda. Ci troviamo di fronte a un paradosso: il tempo che riteniamo di risparmiare evitando la riflessione e la profondità lo sprechiamo in attività effimere e insostanziali.

Questa superficialità dilagante si riflette inevitabilmente nelle scelte che compiamo. Decisioni prese in fretta, guidate da impulsi istintivi e automatici, mancano di senso e direzione. La ricerca di significato, sempre più disperata, si incanala verso illusioni di felicità e potere che, invece di soddisfare, ci allontanano ulteriormente dalla nostra vera essenza.

L’illusione, per sua natura, non può generare nulla di autentico. Quando ci perdiamo in essa, rischiamo di scomparire nell’oblio, dove non solo gli altri non riconoscono la nostra esistenza, ma nemmeno noi stessi riusciamo a comprenderci. La sfida più grande del nostro tempo è dunque recuperare il legame tra teoria e pratica, tra pensiero e azione, per riscoprire un senso di sé che sia autentico e duraturo.

Sauro Tronconi

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