Il centro dell’uragano | Imparare il silenzio – Faenza
Seminario con Sauro Tronconi a Faenza
Domenica 9 febbraio 2025, dalle 9.30 alle 18:00
La vita interiore dell’uomo è un po’ come un giro in giostra che nessuno ha chiesto, ma che tutti si trovano a fare: si entra, ci si siede (anche se non c’è nessuna sicurezza che la sedia sia stabile), e poi si comincia a girare. Stimoli, pensieri, emozioni: è tutto un vortice, un carosello incessante che non rispetta pause pranzo né fine settimana. Ogni evento esterno, dal ritardo del treno all’email che avremmo preferito non aprire, è capace di aggiungere una spinta alla giostra, accelerando il caos.
Eppure, dicono i saggi, c’è un modo per non finire schiacciati dalla centrifuga. Si chiama “rotazione interiore”. Che non è un esercizio di ginnastica, ma una specie di danza cosmica in cui, anziché essere sbattuti in giro come palline da ping-pong, si impara a stare immobili nel centro del ciclone. Quel luogo leggendario in cui il vento si ferma, il caos tace, e la vita non sembra più una sitcom di serie B.
Questa posizione di stabilità, che potremmo chiamare il “centro dell’uragano”, non significa starsene con le mani in mano a guardare la tempesta passare. No, sarebbe troppo facile. Significa osservare il trambusto, magari con una tazza di tè metaforico in mano, senza lasciarsi trascinare via. È un’arte complessa: guardare le proprie emozioni e pensieri che ballano come tarantolati, senza buttarsi a ballare con loro.
Da questa posizione – dove il tempo sembra rallentare e il giudizio non arriva sempre con il fiato corto – si può scegliere come rispondere al flusso degli eventi. Non più vittime del vortice, ma un po’ come direttori d’orchestra: “Più piano, tamburi, lasciamo che entrino gli archi.” È qui che l’individuo, che fino a ieri si sentiva una comparsa nella propria vita, scopre di avere il potere di riscrivere lo spartito.
Insomma, imparare il silenzio non è solo un’arte, ma anche una strategia di sopravvivenza per evitare di finire, ancora una volta, schiacciati contro le pareti del vortice esistenziale. Non è una fuga dalla realtà, ma il modo più elegante per prenderne il controllo senza finire col fiatone. Perché, in fondo, restare centrati in mezzo al caos non è solo utile: è una forma di humor cosmico di cui siamo tutti protagonisti, volenti o nolenti.
(Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi all’organizzatore dell’evento – vedi riquadro)