Nel dispiegarsi del racconto dell’esistenza umana, emerge un principio essenziale, quello della difesa personale. Questo principio è inciso nella nostra bussola morale, riecheggiando attraverso gli annali della civiltà. Il diritto di difendersi da forze che alimentano malizia, violenza e annientamento non è solo una prerogativa, ma un dovere fondamentale che costituisce il tessuto di una società umana.
Mentre il mondo cammina sul crinale della discordia, con guerre e violenza che minacciano di disfare il manto della pace, il diritto alla difesa personale diventa un faro di speranza nell’oscurità avvolgente. La marea incessante di guerra e distruzione, spinta da motivi noti o sconosciuti, tenta incessantemente di erodere le fondamenta della coesistenza pacifica. Eppure, l’intrinseco diritto di proteggere se stessi e la comunità da tali forze malevole emerge come un imperativo morale.
Il teatro della violenza mostra una realtà tetra; l’atto di togliere vite, istigato da una miriade di ragioni o forse nessuna ragione, riecheggia attraverso la coscienza della civiltà. La danza macabra della morte orchestrata da individui immersi in un delirio di frenesia omicida pone una domanda molto profonda: dove si colloca l’umanità in mezzo a questo caos?
Uomini e donne, la cui coscienza ha trasceso gli istinti primordiali, hanno l’onere di proteggere la torcia della ragione e della compassione dall’essere estinta dalla tempesta della violenza. Si ergono come avanguardie contro il torrente di ipnotismo collettivo e automatismo che la violenza scatena invariabilmente. Le conseguenze degli atti violenti non sono solo un catalogo di morte e distruzione, ma un’onda sinistra di automatismo psichico che minaccia di inghiottire la coscienza collettiva.
Il diritto alla difesa personale non è una chiamata alle armi, ma un appello per la preservazione. Preservazione dei valori che definiscono la nostra umanità: empatia, compassione e comprensione. Un appello a resistere alla marea psicotica che cerca di annegare l’essenza dell’umanesimo.
Navigando attraverso questi tempi turbolenti, l’atto della difesa personale si trasforma in un impegno più ampio. Trascende il mero ambito fisico, avventurandosi nei domini psicologici e morali. L’obiettivo non è solo scongiurare minacce immediate, ma favorire un ambiente in cui i semi della pace e del discorso razionale possano germogliare e fiorire.
Così, la difesa personale si metamorfizza in un dovere molto profondo, una missione per proteggere i residui dell’umanità dalle grinfie della violenza insensata. Invita ogni anima evoluta a elevare sé stessa al di sopra della marea primordiale della distruzione e a contribuire a tessere una narrazione di speranza, resilienza e pace duratura.
Sauro Tronconi