Il Giappone è un viaggio su due livelli, è molto affascinante per chi percorre la strada della presenza e del ricordo di sé, può essere molto duro per chi ha aspettative di ricerca spirituale o si è già fatto in testa un idea della cultura nipponica. Il Giappone moderno è un intrigo bellissimo di spiritualità e di fermezza. E’ molto, molto difficile per un occidentale comprendere a fondo le sfumature di questo tipo di cultura, ma soprattutto la forma mentis che ha prodotto in un giapponese moderno. Quando si viaggia in Giappone la prima impressione, molto superficiale e deludente, è di una specie di mala copia artefatta dell’occidente e ai nostri occhi, soprattutto agli europei, dà l’impressione di artificiale e finto come se non vi fosse il passato. E’ un errore grossolano, noi siamo abituati a vedere vetuste rovine e polverosi musei e identifichiamo la storia con l’ambiente in cui siamo immersi, soprattutto noi italiani. Per i giapponesi è diverso, la storia è cultura intrinseca è modo di essere, è percezione di sé in relazione a ciò che accade: la storia sono loro, non ciò che li circonda, la storia è la loro memoria.
Memoria che è divenuta modo di essere, anche in quelli che apparentemente rifiutano la cultura tradizionale.
Tutto è ben conservato e curato, talmente bene che appare come appena fatto, la storia del Giappone non è nelle rovine, ma nell’anima delle persone. Anche quei giapponesi che apparentemente sono completamente attratti dall’occidente in realtà non fanno altro che applicare quell’idea zen del divenire oltre la mente, che li fa fluire più che fare resistenza agli accadimenti. Spesso ai nostri occhi paiono un poco ingenui, anche questo non è assolutamente vero, hanno probabilmente un approccio più fluido agli accadimenti dell’esistere. Se ti sai muovere, cioè non fai resistenza e non metti continuamente barriere con interpretazioni il Giappone ma soprattutto i giapponesi ti daranno molto, ti trasmetteranno tanto e nella maniera giusta per apprendere. Certamente non puoi andare da un maestro giapponese o semplicemente da un anziano a fare domande dirette con una logica razionale aristotelica, le risposte che otterresti sarebbero sempre vaghe, inconcludenti, imprecise.
E’ necessaria una logica differente, più aperta che lasci la possibilità di più verità in una sola risposta o in più risposte, accettando il divenire della risposta e dell’esistere. Ci si accorgerà allora che la loro logica e razionalità è molto forte e alla fine più precisa, è un approccio alla realtà differente.
Questa cultura è un grande esperimento e sotto molti aspetti una speranza reale, di poter unire la scienza e la tecnologia alla coscienza e alla spiritualità.