Che dire di tutta quella fascia che viene definita mediorientale che oggi viviamo ed osserviamo solo in relazione a conflitti economico religiosi che attirano tutta l’attenzione. Alcuni di quei luoghi sono oramai impercorribili, sono divenuti sempre più difficili come se si entrasse in casa di altri, non graditi ospiti. Quale enorme danno alla nostra cultura, alle nostre radici, tagliare quel collegamento profondo, quella continua fonte di ispirazione spirituale ché è stato il medioriente nei millenni! Come volersi evirare di una parte della nostra coscienza.
Anche il più agnostico può comprendere che sotto ogni idea religiosa e spirituale pulsa il tentativo di evoluzione interiore dell’Uomo. Ed è proprio in quelle terre che negli ultimi duemila anni sono emersi tentativi poderosi, che andrebbero ripresi e coltivati con intelligenza e buon senso e che sono patrimonio reale dell’umanità.
Poche flebili tracce, fiumi carsici, ancora percorrono l’occidente e l’oriente, nulla è perduto in realtà, poiché permane nella memoria di tutti gli esseri umani, pronto ad emergere, forse con nuove idee, forse con nuovi credo o forse, e lo spero fortemente, con rinnovato progresso spirituale e culturale.