Articolo di Sauro Tronconi
In un approccio alternativo alla comprensione della realtà e della coscienza, si può esplorare l’idea che il tempo non sia un flusso costante e unidirezionale in cui si muove la materia, ma piuttosto un contesto statico attraversato dalla coscienza. Questo concetto rivoluzionario propone che la realtà che percepiamo non sia tanto definita dalla relazione tempo/materia, quanto dalla dinamica tra tempo e coscienza.
Al cuore di questa teoria sta l’ipotesi che la coscienza non emerga semplicemente come un prodotto secondario dell’attività materiale del cervello, ma che abbia un ruolo fondamentale e attivo nell’esperienza del tempo. In questo quadro, la coscienza non solo percepisce il tempo ma lo attraversa, interagendo con esso in maniera che dà forma alla realtà stessa.
Questo approccio offre una prospettiva intrigante sull’antico dilemma dell’interazione mente-corpo, suggerendo che la coscienza possa influenzare o addirittura creare la struttura temporale in cui la materia si dispiega. Invece di considerare il tempo come una misura esterna e oggettiva, questa visione lo vede come un’entità con cui la coscienza si intreccia intimamente, suggerendo che la nostra percezione del mondo sia fortemente legata alla nostra esperienza interna del tempo.
Questa concezione si allontana dalle interpretazioni tradizionali della fisica e apre la porta a nuove indagini su come la coscienza e il tempo interagiscano. Potrebbe offrire nuove chiavi di lettura sulla natura della realtà, su come percepiamo l’esistenza e sulla maniera in cui la coscienza si manifesta nel tessuto del cosmo. In questa prospettiva, esplorare la coscienza diventa un modo per sondare i misteri più profondi del tempo e dell’esistenza stessa.
Da riflessioni di fisica quantistica di Sauro Tronconi