L’ABISSO STA GUARDANDO DENTRO DI NOI

Siamo sull’orlo della Terza Guerra Mondiale, guardando nell’abisso. Ciò che ci invita tutti a riflettere è il destino dell’umanità. Le ombre della guerra si estendono non solo lungo i confini fisici e geopolitici, ma nel tessuto stesso delle nostre società, economie e menti. Le tensioni globali sono il risultato di un cocktail tossico di nazionalismi, rivalità economiche e avanzamenti tecnologici negli armamenti, spingendo il mondo verso un percorso irreversibile verso il punto di non ritorno.

L’interconnessione globale doveva inaugurare una nuova era di pace e collaborazione, ma ora si sta trasformando esattamente nel suo opposto. La stessa tecnologia che ci promette un futuro più luminoso è quella che probabilmente ci porterà verso la distruzione: la guerra sta diventando sempre più un gioco virtuale, distante dalla vita di molti, ma con effetti devastanti per tutti.

La trappola nucleare
L’aspetto più spaventoso di tutto questo è il modo in cui le armi nucleari non vengono più viste come ultima risorsa, ma come “deterrente” per fermare le guerre. Più incredibilmente, la minaccia esistenziale che rappresentano viene invocata come argomento per prevenire una catastrofe. Le armi nucleari non possono mai essere usate come semplici strumenti di diplomazia aggressiva. Anche se utilizzate su scala limitata, porterebbero con sé conseguenze per il nostro pianeta come nessun’altra cosa.

Ogni paese che ha riposto fiducia nelle armi nucleari avanzate per usarle come deterrente ha inavvertitamente alimentato una spirale di sfiducia. Ogni test e ogni lancio di missili per dimostrare potenza si è trasformato in un errore o in una provocazione che potrebbe sfuggire di mano. Le armi nucleari non possono essere uno strumento per fermare la guerra. Sono la fine della guerra e, potenzialmente, la fine della civiltà.

La consapevolezza delle masse
Arriviamo dunque alla domanda più importante: come può la popolazione mondiale prendere coscienza dell’essenza del problema e partecipare al cambiamento della situazione? I governi e i leader mondiali, presi in ostaggio dalle loro ambizioni e dai giochi di interessi, non possono risvegliarsi. Ciò che è necessario qui è un risveglio collettivo, una consapevolezza di massa che trascenda le divisioni nazionali, religiose e ideologiche.

Le masse hanno preso coscienza e sono intervenute, guidando le grandi trasformazioni della storia. Ma mai come oggi la sfida è globale. Abbiamo bisogno di un movimento planetario che riconosca il pericolo della guerra totale e che agisca per prevenire l’irreparabile. Le manifestazioni per la pace, le pressioni sui governi perché abbandonino le politiche bellicose e un impegno collettivo per il disarmo nucleare devono diventare priorità assolute.

Le lezioni della storia
La storia ci insegna che spesso le guerre mondiali nascono da una serie di errori concatenati, fraintendimenti e illusioni di invincibilità. Nel 1914, pochi credevano davvero che l’Europa potesse scivolare in una guerra totale. Allo stesso modo, nel 1939, molti pensavano che l’espansione del nazionalismo estremo potesse ancora essere fermata senza un altro bagno di sangue. In entrambi i casi, il prezzo di quelle illusioni è stato pagato con milioni di vite.

Oggi ci troviamo in una situazione simile, con una differenza fondamentale: le tecnologie del nostro tempo, dalle armi nucleari ai sistemi cibernetici, rendono la possibilità di una futura guerra mondiale non solo più probabile, ma potenzialmente apocalittica. I progressi tecnologici hanno migliorato molti aspetti della nostra vita, ma possono diventare una maledizione se non sappiamo come governarli.

Agire prima che sia troppo tardi
Il momento per agire è ora, prima che il meccanismo della guerra totale sia completamente operativo. Il conflitto moderno non è più solo una questione militare, ma coinvolge ogni sfera della vita umana: dalla tecnologia alle risorse naturali, dalla cultura alla psicologia di massa. La guerra totale significa non solo il rischio di nuove distruzioni fisiche, ma anche la fine della possibilità di costruire un futuro comune.

Non dobbiamo lasciarci tentare dalla paralisi indotta dal rimanere spettatori passivi, levandoci dalle responsabilità e restando inermi di fronte a queste dinamiche globali che sembrano troppo grandi per poter essere cambiate da un singolo individuo. Ogni cittadino del mondo, in ogni angolo del pianeta, ha il dovere di prendere posizione e chiedere la pace. Oggi, non c’è altro modo per salvare il mondo dalla Terza Guerra Mondiale se non attraverso una mobilitazione sociale globale, una consapevolezza pubblica mondiale e una volontà collettiva per abbandonare la logica della distruzione a favore di quella della cooperazione. Altrimenti, pagheremo con la nostra stessa esistenza.

Se le masse sono vittima di psicosi, parliamo anche alle masse, che le masse di loro sponta abbiano fatto scelte consapevoli sappiamo bene che non è mai successo, ma oggi dobbiamo anche parlare alle masse e creare movimenti di contrasto. Il valore dell’evoluzione individuale è indiscutibile e sono sempre le avanguardie che muovono i cambiamenti, ma di fronte all’emergenza meglio tentare tutte le leve. Non è il momento di fare sofismi e bei ragionamenti, ma di agire per il meglio, l’impotenza che vivono molte persone deve essere diretta verso un pensiero ed una azione genrale e coinvolgente, spezzando la narrazione della guerra e l’impotenza dilagante. Certo esistono forze e condizioni che pare ci sovrastino, ma anche dentro a un fortunale i marinai tentano di tornare a casa.

Sauro Tronconi

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