Il potere del cuore non è il potere dell’uomo sull’uomo, a volte può anche trasformarsi in un potere che fa si che gli altri ti ammirino, ma al momento in cui la finalità è questa, non è più potere del cuore.
A volte diciamo il cuore, il cuore… troppo si usa questa parola. E quando troppo si usa una parola se ne perde il senso profondo, la mente si abitua ad essa e la bocca la lascia uscire senza che vi sia di questo coscienza.
Voglio raccontarti questa brevissima storia…
Un giorno, un uomo chiese al Dio Baharal: “Tu dici, o Dio, a noi di agire con il cuore, di muoverci con il cuore, di vivere con il cuore, di amare, di costruire, di essere. Ma come faccio io uomo, a sapere se agisco col cuore o se agisco con la mente travestita da cuore?”
Baharal sorrise, poiché raramente aveva udito una domanda così astuta, così profonda, che denotava un così grande intelletto e sorridendo gli rispose:
“Il cuore è tutto ciò che è dentro di noi;
quando senti qualcosa che ti muta dentro il ventre, ma non è dato dalla paura o dall’angoscia,
quando senti che tu sei ciò che fai, ma ciò che fai è talmente grande da potervi scomparire dentro,
quando senti che non stai rimediando al passato e non stai vivendo solo per il futuro,
quando ciò che dicono i tuoi visceri è ciò che vedono i tuoi occhi,
quando l’emozione ti coglie, ma non ti porta lontano dal tuo centro,
allora sai che stai agendo col cuore…”
Non vorrei spiegarti oltre queste parole, o mio Re, per non sciuparle, ma vorrei aggiungere che quando non hai bisogno di dividere o di analizzare per comprendere, allora tu davvero sei.