Il Papa alla fine della sua vita è l’unico ad avere la visione e il coraggio di definirle “Potenze malvagie”.
Viviamo immersi in una realtà plasmata da potenze malvagie che non si nascondono più nell’ombra ma agiscono apertamente attraverso uomini addormentati, prigionieri di visioni miopi e immediate, privi di prospettiva storica e umana. Queste forze non sono entità astratte, ma sistemi governati da persone guidate esclusivamente da logiche egoistiche, dominate dal bisogno ossessivo di accumulare potere e controllo.
Il mondo attuale è il risultato diretto di una coscienza collettiva dormiente, inconsapevole delle conseguenze delle proprie azioni. Uomini e donne immersi in routine automatiche, intrappolati in dinamiche in cui prevalgono violenza e competizione, dove il più forte sottomette il più debole. Questa realtà, distorta da un egoismo sistematico, trascina inevitabilmente verso il conflitto, la crisi climatica e la disuguaglianza globale.
L’Uomo vecchio resiste al cambiamento con ogni mezzo, preferendo portare il mondo sull’orlo del precipizio piuttosto che accettare l’evoluzione di una nuova consapevolezza. Tuttavia, questo scenario cupo non rappresenta una sentenza ineluttabile. L’essere umano possiede ancora la capacità intrinseca di risvegliarsi, di emergere dalla caverna della propria inconsapevolezza e sviluppare una visione lucida e inclusiva.
Questo nuovo essere umano cosciente deve incarnare la consapevolezza che il vero benessere individuale può esistere solo se legato al benessere collettivo. Deve sostituire la logica della dominazione con quella della collaborazione, della solidarietà e della responsabilità verso l’altro e verso il pianeta.
Chiamiamo allora con chiarezza e coraggio queste “potenze malvagie” con il loro vero nome. Solo riconoscendole possiamo indebolire il loro potere, spezzando il ciclo dell’indifferenza e dell’ignoranza che ci tiene prigionieri. È tempo che la coscienza si svegli, poiché soltanto un essere umano davvero sveglio, vigile e lungimirante può condurre l’umanità fuori dal sonno profondo in cui rischia di perdersi.
Sauro Tronconi