Preferiamo la dotta ignoranza, di Socratica memoria, al certo sapere di molti tecnocrati contemporanei. Sentiamo la mancanza di quella preparazione al dubbio, di quella capacità di interrogare e di argomentare in maniera autonoma, vogliamo che i nostri scienziati non soffrano di quella “ignoranza umanistica” che priva la loro consapevolezza di una visione completa.
Preferiamo dunque l’Uomo che pur dotto e specializzato non sia solo “specializzato”, ma abbia anche la base umanistica necessaria a comprendere, nel bene e nel male, le azioni che compie e ciò per cui lavora. E’ sbagliato e ne pagheremo le conseguenze, promuovere solo ciò che appare a prima vista “utile”, “produttivo”, “economicamente vantaggioso”, poiché in questo modo si formeranno legioni di tecnici stupidi e di scienziati ignoranti.
E’ quindi così che i più vedono la loro evoluzione personale, qualcosa che deve essere utile e produttiva, qualcosa che deve portare vantaggi economici; perché altrimenti sforzarsi a crescere? Non sarà forse più giusto e umano puntare a quella vita dignitosa che faceva distinguere a Primo Levi fra i “sommersi e i “salvati”? Quella dignità che nemmeno gli estremi soprusi di un campo di concentramento svilisce nell’Uomo, quell’alzare il senso dell’esistere, che non è certo il cercare di sopravvivere ad ogni costo, costi quel che costi.
Sembrerà dunque anacronistico parlare di preparazione al dubbio e al libero arbitrio – che chi è abituato a cercare se stesso scandalosamente “senza motivo”, conosce intimamente – per creare le condizioni e per affrontare le sfide del futuro, ma noi siamo certi che si debba tornare a questo per poi andare nella scienza per l’Uomo, nella tecnologia per l’Uomo.
Fondamentale e fondante sarà nei prossimi decenni formare i giovani unendo sempre le scienze umanistiche alla tecnica, dando sempre una base di ragionamento e sensibilità, altrimenti vincerà inevitabilmente la paura, l’emergenza che chiama emergenza, la violenza dell’ignorante che non sa leggere né se stesso, né gli altri. Vincerà l’egoicità e sappiamo bene che questo produce da sempre un solo effetto: “guerra”.